Guerra di Mine Ricordi di un reduce del Pasubio

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Descrivere questo libro non è facile , tratto da un memoriale , quello di Ugo Cassina , che dona al lettore qualcosa che va al di la della memoria , che va al di la di un semplice diario che parla solo di guerra , dentro questo splendido libro ci sono emozioni e stati d’animo di chi è stato li , di chi ha vissuto sulla propria pelle la guerra ed ha potuto trasmettere queste grandi ed uniche emozioni raccolte in questo bellissimo lavoro .

Chi era Ugo Cassina

Ugo Cassina (Polesine Parmense 1 aprile 1897 – Milano 6 ottobre 1964 ) è stato un matematico italiano. Ancora studente al Politecnico di Torino, nel corso della prima guerra mondiale fu arruolato nella 33ª compagnia minatori del genio militare. Sul massiccio del Pasubio, dal febbraio al novembre 1917 fu impegnato nella costruzione della strada delle 52 gallerie, un’opera che partendo da Bocchetta Campiglia doveva raggiungere Porte del Pasubio per mettere in sicurezza quel tratto del fronte . Si laureò a Torino in matematica È stato professore di ruolo di matematica alla Reale Accademia navale di Livorno e all’Accademia Aereonautica allora a Caserta . Dal novembre 1948 è stato professore straordinario di geometria analitica e descrittiva a Pavia e dal 1951 ordinario di matematica complementare a Milano.

Piccolo Estratto del Libro

“Lassù al Pasubio, la lotta sotterranea non ha tregua… e la schiera dei martiri non ha limiti…

La continua, l’insistente, la terribile insidia nemica, attenta la soglia di una delle porte d’Italia ed il fiore di nostra gente afferma solennemente, nel sacrificio, l’incrollabile volontà che quella soglia non sia mai violata.

Ricordate? In una placida notte dell’autunno scorso quella roccia fatale fu percorsa da un primo brivido distruggitore ed i cuori di due baldi capitani e di numesi minatori del Genio e di soldati di Fanteria, affratellati dallo stesso travaglio, dalla stessa fede, dallo stesso pericolo, si irrigidirono per sempre nel palpito più puro e più nobile, e cioè nel palpito ardente per la Patria.

O Capitano Motti, o Capitano Melchiori, o Voi tutti Minatori e Fanti, costituenti la prima schiera degli eroi della nostra guerra sotterranea al Pasubio, ritorna a Voi il nostro pensiero reverente, ritorna a Voi l’omaggio della nostra imperitura ammirazione.

Certo, in quest’ora, o nel candido cimitero di Valli o nella rude nudità di questa roccia dolomitica ove Voi della prima schiera riposate in eterno, sussultate al commosso ricordo che ancora una volta vi esalta, rivivete nella gloria di quell’attimo, che dalla vita finita o circoscritta, vi ha lanciato ad un tratto nell’Eliso senza confini degli Spiriti Magni.

E così, quattro mesi di lavoro, di sofferenze, di ansia, si chiudevano con un epilogo tragico e crudele! Ma le lacrime stillate dal vostro acerbo dolore non hanno indebolito la vostra fibra, o Minatori e Fanti. Altri di voi ripresero senza esitare gli strumenti dell’arduo lavoro, ancora intrisi del sangue fraterno, ed andarono incontro al nemico occulto.

 E ricordate? Nella notte di Natale, mentre si rinnovava sull’umanità il grande mistero dell’amore divino, un altro brivido di quella stessa roccia fatale dovuto ad  un’odio che non si placa, ha sottratto allo stesso posto di guardia e di lavoro altri custodi, altri lavoratori, tutti forti come la Morte, fedeli tutti fino alla tomba.

Aspirante del Genio Rusconi! Aspirante di fanteria Cipriani:! Minatori e Fanti che li accompagnaste nel sacrificio e nella gloria, che in questo stesso cimitero veniste composti, Voi costituite la seconda schiera dei nostri eroi di sotterra!Ma anche il vostro sangue ha dato nuovi germogli al grande albero della Patria che non muore!

Altri Minatori, altri Fanti, vi hanno dato il cambio con animo sereno e con polso che non trema, ricevendo da Voi stessi la sacra consegna del dovere, che non vuole esitazioni, che non chiede compensi, che tutto dona e nulla chiede, che è il vero, unico privilegio dei buoni e dei forti.

E la presente primavera ha dischiuso anche il fiore del vostro rinnovato sacrificio, o Minatori e Fanti, che qui giacete dinanzi alle nostre anime prostrate in segno di dolore e di venerazione.O Eroi delle prime due schiere, accogliete i nuovi martiri fratelli nostri e vostri … Scortateli pietosi al Dio degli Eserciti, mentre noi ne raccogliamo, come già, da Voi, raccogliemmo il sacro retaggio!

Retaggio di fede, perché solo chi crede nell’immortalità della stirpe, può per sua Salvezza donare la vita.

Retaggio d’amore, perché solo chi ama svisceratamente, può giungere al : sacrificio della propria esistenza.

Retaggio di gloria , perchè chi muore per un’ideale , acquista col sangue il diritto che il ricordo della sua virtù duri perenne circonfuso da quella irradiazione solare che è appunto la gloria .

Ufficiali e soldati ! Onorare la memoria dei Compagni caduti significa : aver fede come essi hanno avuto fede , amare come essi hanno amato , sentire come essi hanno dimostrato di sentire che morte non è morire per la Patria , ma è assunzione al Cielo di Martiri ed Eroi.

Così soltanto , con soldati devoti fino alla morte , disposti al sacrificio estremo , questa nostra Italia potrà afferrare la Vittoria, potrà ergersi superba fra le Nazioni attonite ed essere l’Italia Augusta , la madre  eterna, di bellezza , di forma , di gloria , apparsa nel sogno dei poeti , agli apostoli ed agli Eroi !

Sottotenente del Genio Casarini ! Minatori , Zappatori del Genio e Fanti , eroicamente caduti! Prima che le vostre salme benedette scendano nelle tombe accogliete il nostro estremo saluto . 

Ufficiali e soldati presentate le armi !”

Generale Achille D’ Havet Comandante del Genio V corpo d’armata 

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