Archivi

Correre o morire

ZOM

In montagna, ma non solo, Kilian, eroe e ragazzo semplice, ha rivoluzionato il mondo dello sport. Una persona straordinaria racconta la sua esperienza. Insieme a Kilian affronterete fatiche epiche come la traversata di corsa dei Pirenei, proverete l’adrenalina degli arrivi alle più prestigiose ultra-trail del pianeta, correrete per il piacere di farlo osservando pensieri e sensazioni del corpo, scoprirete segreti per trovare la volontà quando le forze vi abbandonano. Sentirete i vostri piedi e il vostro corpo fluire con l’ambiente, ballare con il terreno adattandosi alle sue forme e vi troverete inaspettatamente alla fine del libro. Una grande esperienza di vita e di lettura, non solo per gli appassionati. Prefazione di Simone Moro.
.

Resisto dunque sono

ZOM

C’è una buona notizia: ora sappiamo con certezza che gli esseri umani sono stati progettati per affrontare con successo difficoltà e stress. Discendiamo da gente che è sopravvissuta a un’infinità di predatori, guerre, carestie, migrazioni, malattie e catastrofi naturali. Noi siamo costruiti per convivere quotidianamente con lo stress. A questo scopo possediamo dentro di noi, come un dono, un insieme di risorse che abbiamo ereditato dal passato e che costituiscono la nostra “resilienza”. Ed è la resilienza la norma negli esseri umani, non la fragilità; la resilienza psicologica, ovvero la capacità di persistere nel perseguire obiettivi difficili, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà che ci si presentano. L’individuo resiliente ha una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a “leggere” gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato, è incline a interpretare i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità piuttosto che come una minaccia, e di fronte a sconfitte e frustrazioni tende a non perdere la speranza. Ma la notizia migliore è che la resilienza può essere potenziata. Possiamo imparare a gestire lo stress. E nella nostra cultura c’è un ambito che può promuovere in modo strutturale la resilienza: il mondo dello sport che può essere utilizzato come metafora, ma anche come disciplina da cui mutuare metodologie ed esperienze, come fa Pietro Trabucchi in questo libro che sarà di aiuto a tutti coloro che vogliono vivere e non lasciarsi vivere.

E non chiamatemi (più) Cannibale

ZOMCASTA51D

“Talvolta la tua pupilla è abulica, alzi appena lo sguardo dalla strada, forse è l’effetto della fatica, un veleno che si insinua dentro tutto l’organismo. Non sappiamo cosa pensi e se pensi mentre pedali. Allarghi gli avambracci, specie in salita, non sei un airone, piuttosto un’aquila robusta che cerca un punto d’appoggio per volare più in alto”.
Ha vinto quasi tutto, oltre 500 corse. E’ stato il più forte ciclista della storia. Stando ai numeri ma anche secondo le testimonianze di chi ci ha corso assieme. Ma ha sempre patito il confronto con Fausto Coppi, il Campionissimo per eccellenza. Questo libro racconta, nella forma della biografia romanzata, l’ambizione talvolta patologica di un uomo che ha voluto sempre vincere, fino alle ultime pedalate della sua carriera.Racconta, in qualche modo, il ciclismo degli anni Settanta popolato da personaggi indimenticabili che gli sono stati a fianco di palmer, spesso dietro e a volte lo hanno persino superato. E’ il ciclismo degli anni d’oro, non più epico come quello di Coppi e Bartali, però moderno, al passo con i tempi, capace di regalare emozioni, colpi di scena, riproponendo sfide e contrapposizioni che sono poi il sale di questo sport.
Il ciclismo vissuto, praticato, sofferto ed esaltante degli anni di Eddy è stato come un romanzo. E questo testo lo si può leggere quasi come un romanzo di formazione. Il ciclismo come battaglia campale, con eroi, protagonisti di giornata, sconfitti, uomini doloranti, lacrime ed esaltazioni. Grandi duelli e rivincite sull’avversario. L’autore, attingendo ampiamente alla cronaca, ha raccolto le interviste a Felice Gimondi, Vittorio Adorni e Gianni Motta, campioni indimenticabili e testimoni oculari delle gesta del corridore belga. Chiudono il libro, le parole dello stesso Merckx.
.

Perseverare e umano

ZOMCAT3NIFK

La resilienza è la capacità di resistere allo stress, di superare gli ostacoli e di rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi. E questo avviene non solo nel campo delle sfide individuali, ma anche in presenza di dinamiche di gruppo, i team ad alte prestazioni, quelli capaci di lavorare e raggiungere gli obiettivi sotto stress, hanno indubbiamente bisogno di una buona dose di resilienza al loro interno. Anche nel suo nuovo libro, Trabucchi usa lo sport come metafora della vita e come modello cui ispirarsi per individuare una metodologia, basata su strumenti pratici e concettuali, tesa a migliorare la resilienza nei gruppi. Ed è un modello che si può facilmente replicare in altri ambiti: nella scuola, nel mondo del lavoro, nella vita di tutti i giorni.
.

Il corridore

ZOM

All’inizio di questo racconto c’è un uomo che si guarda allo specchio e si chiede: “Sono davvero io quel vecchio lì?” Il suo corpo non nasconde affatto il peso dei suoi sessantatré anni. Nessuno direbbe mai che ha la stoffa del campione. E non in uno sport qualunque, ma nell’ultra trail, una disciplina estrema che significa decine, centinaia di chilometri di corsa sui terreni e nei climi più impervi, sulle Alpi o nei deserti. Marco Olmo è stato boscaiolo e camionista, infine operaio per ventun anni in una grande cementeria della provincia piemontese. Poi, all’improvviso, è iniziata la sua straordinaria avventura di corridore. Apparentemente un po’ tardi per la sua età. Ma Olmo viene dal “mondo dei vinti”, dal mondo delle montagne sconfitto dalla civiltà industriale. La sua traiettoria è ben di più di un eccezionale exploit sportivo, è un’occasione unica di riscatto, una vittoria profondamente umana. E da lì che il corridore distilla, misura lentamente la sua forza. Marco Olmo si guarda allo specchio, si conta le rughe. “Quel vecchio lì”, magro e capace di sopportare fatiche immani, non ha intenzione di fermarsi, e già immagina la prossima gara. “Conosco il mio corpo, e so dove mi può portare. Lontano”.
.