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Vampiri molto di più che sanguisughe

Un libro molto interessante , per diversi frangenti , ma non proprio per tutti . Questo libro mette a nudo gli sprechi in italia , ma non solo gli sprechi dovuti alla mal gestione della cosa pubblica che quella e sotto gli occhi di tutti , ma tutti gli inciuci e soldi che vengono distribuiti con le baby pensioni milionarie e buoni uscita per amministratori delegati di aziende pubbliche messe in ginocchio da questi pseudoimprenditori che non sono in grado di gestire nessuna cosa e che non pagano mai personalmente per i danni arrecati alla comunità ed al popolo italiano , un ingiustizia unica ed infame complice un governo di ladri e arroganti che non hanno nessuna vergogna nel chiedere sacrifici al popolo e loro si arrichiscono alle nostre spalle .

Il governo non potrà mai essere credibile se non si taglierà per primo i stipendi faraonici dei paggliacci e giullari di corte classificati come senatori , onorevoli , portaborse , uscieri …una cosa così infame da non passare innosservata e continuo a non capire come si faccia dare il voto a un qualunque chichessia , qui non esiste il meno peggio , c’e solo il PEGGIO .

Questo libro permette a noi umani presi da fare quadrare un bilancio famigliare di capire un pò in che stato di cacca viviamo , con il patrimonio economico distribuito sul 10 per cento della popolazione mentre gli altri sono alla canna del gas .

Una schifezza immane , da qualsiasi parte la si guardi , un ammasso di delinquenti che si autotutelano e che non pagano mai per il danno commesso che non e mai fatto in buona fede .

Se avete problemi di fegato , non lo comprate peggiorerebbe in maniera avanzata lo stato del vostro organo .

Quella del Vajont

tina merlin

Questo libro parla di una donna , del suo coraggio e la ricorda non solo per il disastro del Vajont e per le sue lotte verso la SADE , dove si fece portavoce della popolazione , ma anche delle lotte partigiane e quelle per le donne , in un periodo difficile dove le donne iniziarono ad avere una certo coinvolgimento ed iniziarono ad essere considerate . Molto bello e molto biografico per una grande donna che affronto una vita molto intensa e difficile .

Il Coraggio di Tina Merlin sul disastro del Vajont

La Merlin, staffetta partigiana, conosceva ogni angolo dei paesi di Erto, Casso e Longarone e aveva percorso mille volte i boschi intorno al Monte Toc, dove doveva essere costruita la grande diga. Aveva parlato e parlato ancora con tutti gli abitanti che si opponevano alla costruzione della diga perché tutto il terreno di quelle zone era friabile e pericoloso, ma la SADE non voleva ascoltare niente e nessuno. Prima di tutto il profitto, poi la popolazione . La Merlin venne addirittura denunciata per diffamazione dalla SADE, ma i giudici l’assolsero dopo la testimonianza degli abitanti di Erto e Casso. Lei continuò ad andare avanti e i parlamentari della zona presentarono tutta una serie di interpellanze in Parlamento, ma non successe niente. La SADE era più forte di ogni altro potere e la diga fu costruita nonostante le prime frane e le grandi spaccature nel terreno. Poi il 9 ottobre del 1963 la tragedia con il precipitare del Monte Toc nell’invaso della diga. Arrivarono giornalisti da tutta Italia e dall’Europa, ma i pochi superstiti di Longarone, di Erto e Casso, impedirono loro di avvicinarsi ai pochi sassi che restavano dei paesi. Come racconteranno poi Indro Montanelli ed Enzo Biagi solo Tina Merlin, la nemica della SADE, poté passare. Gli uomini, davanti a lei, si toglievano il cappello e le donne l’abbracciavano piangendo.

Fino all’ultimo giorno della mia vita

ZOM

Salvatore Borsellino racconta i ricordi di una vita al giovane amico giornalista Benny Calasanzio, con il quale condivide il dolore di essere parenti di vittime di mafia. Una vita iniziata sotto le bombe degli Alleati nella Palermo del 1942, poi sconvolta dall’autobomba che causò la strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992. Il racconto ha inizio con l’infanzia felice trascorsa con il fratello Paolo e le sorelle Adele e Rita alla Kalsa, un quartiere oggi completamente trasformato, di cui queste pagine restituiscono un affresco animato di colori, voci e abitudini dimenticate. Prosegue con gli anni dell’università e poi il trasferimento nel Nord Italia, in “un altro Paese”, lontano dalla famiglia e da quel fratello che già mostrava le sue doti eccezionali e la sua forte personalità. Mentre Paolo diventa un personaggio pubblico per il suo coraggioso impegno contro la mafia, Salvatore fa carriera come ingegnere elettronico; i due fratelli percorrono per decenni strade diverse, che torneranno a unirsi con il più tragico degli eventi. Da quella domenica d’estate Salvatore si fa carico della memoria del fratello, che diffonde in ogni angolo d’Italia. Ma il primo processo farsa e l’opinione pubblica sempre più distratta spengono le sue energie e la speranza di poter ottenere verità e giustizia. Fino al 2007, anno in cui torna alla vita dopo un lungo periodo di “morte” interiore. Poi, due anni dopo, nasce il movimento delle Agende rosse grazie alla voglia di impegnarsi di tanti giovani

Ve lo avevo detto

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“A questo punto non avevo scelta. O rassegnarmi a diventare il megafono di Berlusconi. O andarmene. Me ne vado.” Questo scriveva Indro Montanelli nel suo ultimo articolo per “il Giornale”. Così, nel gennaio 1994, l’uomo che vent’anni prima aveva fondato quella testata lasciò la poltrona da direttore per imbarcarsi nella sua ultima grande battaglia: quella contro una destra nella quale non si riconosceva e che, a suo parere, era il nemico numero uno di chiunque avesse a cuore la libertà d’espressione. Questo libro raccoglie per la prima volta in modo organico gli interventi più accesi degli ultimi anni d’attività di Montanelli: editoriali, risposte ai lettori e articoli sferzanti che oggi suonano come una profezia della cronaca dei nostri giorni. Basta leggere cosa scriveva nel 1998, quando, preoccupato che il caso Berlusconi paralizzasse il Paese, proponeva un referendum con questa formula: “Volete voi l’abrogazione dei reati in base ai quali è stato condannato l’on. Silvio Berlusconi?” perché tutti ne intendessero subito il significato. O ancora quando metteva impietosamente alla berlina i difetti del Cavaliere: bugiardo congenito, con un’innata tendenza al vittimismo, circondato da un drappello di parassiti servili, eccessivo, ignorante, volgare. La metastasi del berlusconismo oggi è più evidente di allora e, anche se Indro non c’è più da dieci anni, questo suo lungimirante atto d’accusa delinea il ritratto impietoso dell’Italia dei nostri giorni, un Paese che Montanelli non ha fatto in tempo a vedere, ma che si era perfettamente immaginato.
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