2 maggio 1960 Caryl Chessman muore nella camera a gas della Prigione di San Quintino in California , rimase per 12 anni nel braccio della morte battendosi con tutte le sue forze e sfruttando tutti gli appigli legali per ottenere la revisione del processo . La sua esecuzione fu rimandata per ben 8 volte , e spesso all’ultimo istante , quando lui aveva già fatto testamento e consumato l’ultimo pasto .Una tremenda agonia mentale che però Chessman seppe sostenere con dignità consapevole di battersi per una causa giusta che non riguardava più solo lui : l’abolizione della pena capitale. Questa sua storia , scritta a due passi dalla camera a gas : l’itinerario di un giovane delinquente , in rivolta contro tutto e tutti , che nell’amarissima esperienza della morte incombente ritrova se stesso, la propria umanità , la speranza.
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Maledetta Mafia
Un libro molto interessante per chi vuole capire e approfondire la difficile vita dei testimoni di giustizia , non collaboratori o pentiti , qui si parla di una anzi due donne che hanno avuto il coraggio di rompere quel muro di omertà e che non hanno mai voluto saperne , una Rita Atria che si e suicidata quando e morto Paolo Borsellino e figlia di un Mafioso e nonche cognata di Piera Aiello testimone di giustizia
L’acchiappasogni
Descrivere questo libro può sembrare cosa semplice , ma per le persone che amano la montagna e difficile , e una breve raccolta , una piccola biografia di una persona semplice ed umile …ma sopratutto una grande alpinista che saliva ancora in maniera classica , caduta in un crepaccio dopo aver conquistato il broad peak:
“Nell’aria rarefatta degli ottomila himalayani, popolata da esperti alpinisti, pochi anni fa fece la sua prima apparizione una ragazza dalla corporatura minuta, gli occhi di cielo e un sorriso luminoso. Era un Acchiappasogni, come amava definirsi. Un Grillo che cercava di salire su cime altissime”
Cristina Castagna (valdagno 23 dicembre 1977 – Broad peak, 18 luglio 2009)
Centomila gavette di ghiaccio
Questo è un libro che provoca delle emozioni indescrivibili , racconta l’odissea della ritirata in Russia, scritta da uno che ha toccato con mano la sofferenza , Giulio Bedeschi ufficiale medico ….non aggiungo altro , leggete il libro , le lacrime e le sofferenze di quei poveri uomini che sono riusciti a tornare , vi faranno riflettere molto sul mondo e sui giorni nostri.
« La notte di Natale calò sulla distesa bianca; era patetica e struggente come solo i soldati in trincea la sentono, lontani da ogni bene, dispersi nel silenzio, prossimi alle stelle. »
« La visibilità divenne nulla, come ciechi i marciatori continuarono a camminare affondando fino al ginocchio, piangendo, bestemmiando, con estrema fatica avanzando di trecento metri in mezz’ora. Come ad ogni notte ciascuno credeva di morire di sfinimento sulla neve, qualcuno veramente s’abbatteva e veniva ingoiato dalla mostruosa nemica, ma la colonna proseguì nel nero cuore della notte. »
« L’autore affida al lettore la storia di un esiguo reparto; omettendo gli autentici nomi ha voluto deliberatamente trascendere le singole persone, perché questa è stata davvero la storia di tutti gli alpini, e perché in essa tutte le madri possano intravedere i volti dei loro figli e riviverne la storia di dolore e di morte […] »
« il male non è soltanto di chi lo fa : è anche di chi , potendolo impedire , non lo impedisce »Tucidide
Il mio credo, il mio pensiero.
L’ideologia pacifista, la strenua, indefessa fiducia nella necessità della non violenza, la difesa dei diritti e della libertà del singolo e dei popoli, l’uguaglianza delle genti, la sacralità del lavoro e della famiglia rappresentano per Gandhi non tanto un messaggio nuovo e rivoluzionario da propagandare al mondo intero, quanto dei valori costitutivi e inalienabili dell’uomo che fanno parte della sua intima natura e come tali vanno sostenuti. Di qui la purezza, la linearità, la sincerità del pensiero di Gandhi, che abbraccia ogni aspetto del vivere singolo e collettivo ed emerge in queste pagine in tutta la sua limpida onestà morale e con tutta la forza e il coraggio che solo la fede più profonda nella propria verità riesce a generare.
La storia di Giovanni Falcone
Francesco La Licata ricostruisce le vicende salienti della vita di Giovanni Falcone, palermitano autentico, magistrato protagonista del pool antimafia e del maxiprocesso di Palermo, giudice a cui era stata data la delega per sconfiggere la mafia, e che dalla mafia è stato neutralizzato mediante l’isolamento e la delegittimazione, con accuse di protagonismo, opportunismo e smania di potere, fino all’epilogo della strage di Capaci, il 23 maggio 1992. Con una nota di Gian Carlo Caselli.
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Un uomo in fuga Marco Pantani
Marco Pantani è stato l’ultima vera leggenda del ciclismo, un campione capace di entusiasmare, con le sue imprese epiche sulle montagne del Giro d’Italia e del Tour de France, milioni di tifosi e di semplici spettatori, in Italia e nel mondo. E’ stato anche un personaggio tragico, inseguito dalle accuse di doping e precipitato nell’inferno della droga, fino alla morte nel residence di Rimini il giorno di San Valentino. Questo libro, scritto dalla sua manager, è la storia che lo stesso Pantani aveva progettato di scrivere, per raccontare le sue esperienze, i suoi sentimenti, la sua lotta per riconquistare un equilibrio anche al di fuori del ciclismo. Prima edizione Rizzoli 2004.
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Disonora il giusto
Qualche anno dopo il matrimonio, Muccioli, mentre moglie e figli continuano a risiedere a Rimini, si trasferisce in un piccolo podere nel comune di Coriano donatogli dalla famiglia della moglie per potersi dedicare più a fondo all’allevamento di pregiate razze canine e all’agricoltura. La via di accesso a questo podere si chiama San Patrignano, da cui alla fine degli anni ’70 prenderà il nome la comunità terapeutica destinata a diventare in seguito la più grande d’Europa. Nella prima metà degli anni ’70, nello stesso luogo, Muccioli si era interessato insieme ad alcuni amici alla parapsicologia e allo spiritismo, creando il gruppo del “Cenacolo” (nel quale lo stesso Muccioli ricopriva il ruolo di medium), dedito all’assistenza dei malati e alla medicina naturale. Il gruppo si avvicina così direttamente alle problematiche del disagio e dell’emarginazione e alcuni suoi membri collaboreranno con Muccioli alla creazione di San Patrignano.
Nell’Italia degli anni ’70 questo voleva dire soprattutto tossicodipendenza, un problema di fronte al quale non esistevano all’epoca risposte concrete ed efficaci. Nel novembre del 1978 nella casa di campagna di Muccioli entra quella che sarà la prima ospite della comunità, una giovane tossicodipendente trentina, figlia di amici di famiglia. Nel giro di poco tempo vengono accolti molti ragazzi che chiedono aiuto. Il 31 ottobre dello stesso anno, quando il numero degli ospiti è arrivato ormai a trenta, viene costituita la cooperativa di San Patrignano che ha come suo obiettivo principale fornire assistenza gratuita ai tossicodipendenti ed agli emarginati.[Da novembre al 31 ottobre?!…]
Vincenzo Muccioli nasce a Rimini il 6 gennaio 1934 da famiglia benestante. Primo di due figli — il secondo, Pier Andrea, è un geologo —, interrotti gli studi comincia a lavorare con il padre che gestisce un’agenzia di assicurazioni. Sin da ragazzo coltiva la passione per gli animali e per l’agricoltura. Nel 1962 sposa la coetanea Maria Antonietta Cappelli, figlia di agiati albergatori per i quali lo stesso Muccioli lavorerà. Dal matrimonio con Antonietta, Vincenzo ha avuto due figli: Andrea Maria e Giacomo Maria
Nel 1985 Muccioli ed i familiari rinunciano parzialmente alle loro proprietà ed ai diritti ereditari, donandoli alla Fondazione San Patrignano costituita quell’anno. Da quel giorno, la comunità, per espressa scelta di Vincenzo Muccioli, appartiene a tutti coloro che vi operano e vivono o che ad essa si rivolgono in cerca di sostegno e di aiuto. L’operato del fondatore della comunità è sempre stato ispirato ai princìpi e valori che facevano parte della sua formazione culturale ed umana, come il rispetto per la vita e la dignità dell’uomo. Non a caso il modello di riferimento attorno a cui è cresciuta e si è sviluppata la comunità è stato quello della famiglia, di un luogo cioè dove la qualità del rapporto e delle relazioni fra le persone riproducesse la profondità e l’intensità di un vero nucleo familiare.
E non chiamatemi (più) Cannibale
“Talvolta la tua pupilla è abulica, alzi appena lo sguardo dalla strada, forse è l’effetto della fatica, un veleno che si insinua dentro tutto l’organismo. Non sappiamo cosa pensi e se pensi mentre pedali. Allarghi gli avambracci, specie in salita, non sei un airone, piuttosto un’aquila robusta che cerca un punto d’appoggio per volare più in alto”.
Ha vinto quasi tutto, oltre 500 corse. E’ stato il più forte ciclista della storia. Stando ai numeri ma anche secondo le testimonianze di chi ci ha corso assieme. Ma ha sempre patito il confronto con Fausto Coppi, il Campionissimo per eccellenza. Questo libro racconta, nella forma della biografia romanzata, l’ambizione talvolta patologica di un uomo che ha voluto sempre vincere, fino alle ultime pedalate della sua carriera.Racconta, in qualche modo, il ciclismo degli anni Settanta popolato da personaggi indimenticabili che gli sono stati a fianco di palmer, spesso dietro e a volte lo hanno persino superato. E’ il ciclismo degli anni d’oro, non più epico come quello di Coppi e Bartali, però moderno, al passo con i tempi, capace di regalare emozioni, colpi di scena, riproponendo sfide e contrapposizioni che sono poi il sale di questo sport.
Il ciclismo vissuto, praticato, sofferto ed esaltante degli anni di Eddy è stato come un romanzo. E questo testo lo si può leggere quasi come un romanzo di formazione. Il ciclismo come battaglia campale, con eroi, protagonisti di giornata, sconfitti, uomini doloranti, lacrime ed esaltazioni. Grandi duelli e rivincite sull’avversario. L’autore, attingendo ampiamente alla cronaca, ha raccolto le interviste a Felice Gimondi, Vittorio Adorni e Gianni Motta, campioni indimenticabili e testimoni oculari delle gesta del corridore belga. Chiudono il libro, le parole dello stesso Merckx.
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Mani miracolose
Storia di un’uomo straordinario , Ben Carson , un ragazzino nato nei sobborghi di Detroit con una scarsa istruzione e poche motivazioni, che a 33 anni diventa primario di neurochirurgia pediatrica alla prestigiosa clinica Universitaria John Hopkins di Baltimora.
Mani miracolose rivela un uomo colmo di umiltà,compassione coraggio e sensibilità , un modello per i giovani e per chiunque necessiti di incoraggiamentoper tentare ciò che apparentemente sembra impossibile e per eccellere in qualsiasi campo.
Il Dr.Carson descrive il ruolo chiave che il buonsenso trasmessogli da sua madre poco istruita ,ma intelligente e determinata , ha giocato in questa metamorfosi che lo ha trasformato da giovane demotivato del ghetto a uno dei più rispettati neurochirurghi del mondo.