Archivi

Piccole Dolomiti Pasubio

Questo libro fa parte di una collana di Guide sui monti d’Italia , nato nel 1976 dalla collaborazione del Club alpino italiano CAI e del Touring Club Italiano , un libro introvabile a cifre comuni , questo in maniera particolare scritto da un grandissimo Gianni Pieropan , un libro che scrive passo dopo passo ogni vetta o cima che dirsivoglia di questi Piccole Dolomiti e Pasubio , un libro a mio avviso incredibile con molte vie normali di arrampicata sulle guglie del Carega

3000 delle dolomiti Le vie Normali

Finalmente un libro che raccoglie tutte le vie normali per salire nelle vette delle dolomiti superiori ai 3000 metri , un gran libro molto bello e ben costruito , il massimo per chi vorrebbe avventurarsi su qualche via normale , 86 cime con descrizioni , difficoltà tempi , punti di partenza e rifugi di appoggio , un libro completo per chi vuole iniziare una grande avventura.

Guerra in Ampezzo e Cadore

Un libro indispensabile per chi vuole capire , approfondire quella vicenda successa nel 1915-1918 , ovvero la prima guerra mondiale , un resoconto crudo e duro , in un fronte difficile di alta montagna scritto da Antonio Berti alpinista e medico nato a Venezia e morto a Padova nel 1956 .Un libro incredibile che narra quelle piccole battaglie che hanno reso queste nostre montagne teatro di sanguinosi scontri di pattuglie e plotoni lontani dagli attacchi in forze , dove la strategia notturna e di avere una posizione ad una quota maggiore rendeva l’attaccante più avvantaggiato

Piccolo racconto Paterno e Sasso di Sesto

Gli italiani iniziano il fuoco di artiglieria dal Paterno e fuoco delle mitragliatrici , uccidendo buona parte degli austriaci che si vedono perduti non conoscendo il complesso sistema labirintico , non riescono ad uscire senza munizioni combattono all’arma bianca , a mezzogiorno il Sasso è stato sgomberato dagli austriaci , drammatico è il racconto dall’aspirante ufficiale Von Lachmuller :

La nostra situazione appariva ormai solida e inattaccabile; ma si verificarono due fatti del tutto imprevisti. D’improvviso, senza che alcuno potesse comprendere come, i meandri più reconditi del sasso di Sesto ci apparvero stipati di italiani. Indubbiamente dovevano esserci, alla base del Sasso, una o più caverne, che non erano state individuate dai nostri quando lo avevano occupato nell’oscurità della notte e dalle quali al mattino gli italiani riuscirono a penetrare e le posizioni perdute. Che valeva, se ora qua ora là, noi riuscivamo a occludere con sacchi di sabbia l’imbocco di una galleria e ad appostarvi uno o due uomini per abbattervi ogni italiano che entrasse? Il sasso di sesto ci appariva come il labirinto di una tana di talpe, nel quale progressivamente penetravano e si distribuivano nemici. Più di metà della nostra piccola guarnigione era già caduta nelle loro mani. E poi venne la seconda cosa, o meglio non venne: chè, per quanto guardassimo verso la nostra linea, non si vedevano raggiungere i rinforzi sospirati, nè per la galleria, nè per il dosso nervoso. Sempre più infuriava il lancio delle granate e il fuoco dei fucili nelle viscere del Sasso è sempre più finivamo respinti verso le cima…

Valle Sassovecchio e Fiscalina

La notte del 27 agosto una compagnia di Alpini , una di Bersaglieri ed un plotone di Genieri , partono per un azione nella Valle Sassovecchio , passano sotto le posizioni austriache vicino i laghetti dei Piani , dopo aver tagliato i filo spinato sorge l’alba e non riescono procedere, la colonna viene bersagliata dal nemico dispergendosi tra i mughi mentre nella notte riescono a raggiungere la cascata del Rio. Nelle prime ore del 28 un plotone raggiunge sotto la cima dell’Una e le creste dell’alta val Fiscalina bloccando un reparto avversario , distrugge i reticolati , disturbando il nemico che stava lavorando in trincea , un’alpino avanzando cautamente a carponi attraverso i massi riuscendo a ghermire la piccozza del comandante nemico… La colonna tenta ancora ad avanzare supportata da una batteria da campagna posizionata sulla Forcella Pian di Cengia ed un pezzo posizionato sulla Forcella Camoscetto , ma nn riesce a sostenere il tiro delle batterie austriache , anche se la lotta risulterà vana , l’avversario e praticamente invisibili . La notte del 30 vengono raggiunti da un’altro plotone si prova ad inviare pattugli per stanare il nemico , ma risultano vane , conosce troppo bene le zone e snidarlo è impossibile di giorno i cecchini , i movimenti vengono visti e di notte il riflettore posizionato sulle Grande della Lavaredo sorveglia tutta la zona. Riescono ad occupare un torrione roccioso che verrà trasformato in un caposaldo avanzato chiamato Totenkopf dagli austriaci , Testa di Morto . Nel novembre del 15 gli austriaci decidono l’attacco per eliminare il caposaldo divenuto una fortezza al comando da un Tenente Bavare del Leibregiment ,tre esperti scalatori ed una squadra di Standschutzen . Lattacco e nella notte complice la nevicata e l’oscurità , mentre la foschia copre i loro movimenti, il tenete tedesco raggiunge la scala interna è mentre inizia la salita scorge due occhi nel buio , è un alpino , una lotta furibonda mentre l’alpino viene spinto nel burrone ma prima di cadere riesce a dare l’allarme , gli italiani occorrono e gli austroungarici sfuggono nel buio , trascorse alcune ore il tenente austriaco mentre dorme sulla tenda viene svegliato da un soldato per i continui lamenti , certamente era l’alpino caduto, il tenente ha ancora davanti gli occhi dell’alpino e non esita ad uscire per vedere di cosa si tratta, vede l’alpino con gli occhi chiusi che ogni tanto alza la mano ed invoca la mamma. Anche gli italiani sentono i lamenti e si organizzano per recuperarlo. L’ufficiale tedesco parte tentando di raggiungere l’alpino, in questo momento guerra ed odio nn esistono più , i cauti movimenti dell’ufficiale si avvicina al ferito :

Davanti al tenente , il soldato giaceva inerme con il viso contratto dal dolore No questo soldato nn è più il nemico , il tenente lo solleva delicatamente con le braccia e lo trasporta con passo deciso e tranquillo verso le linee nemiche a pochi passo dalla posizione italiana guarda l’alpino, i suoi occhi non erano più timorosi , ma profonda gratitudine . Un giovane era davanti a lui irrigidito nel saluto con voce alta disse “Grazie Camerata Tedesco”. L’ufficiale italiano accompagna il Tenente Tedesco verso la linea nemica arroccata sulla cresta Rocciosa , si arresta fece il saluto rimanendo con gli occhi fissi quasi aproteggerlo fino a quando nn rientra nelle proprie linee .

Massiccio del Pasubio Tra terra e cielo

Narrare il susseguirsi delle vicende legate al monte Pasubio, non è facile, ci vorrebbero mesi di lavoro per collegare e comprendere gli eventi bellici che hanno infiammato questa terra e questa montagna, le numerose battaglie e i tanti caduti che la riempirono di sangue richiedendo un grande sacrificio umano a entrambi gli schieramenti, italiano e austroungarico.

Salire su questo Massiccio, dove la quota principale è di 2232 metri, non è impossibile; lo possono fare tutti, anche se il percorso è molto di più di un semplice percorso in montagna, sia che si salga dalla Strada degli Eroi oppure dalla Strada delle 52 gallerie, una mastodontica opera del Genio militare, costruita per poter salire fino alla sommità, al riparo dal fuoco dell’artiglieria; per evitare la Strada degli Scarubbi molto più agevole alle truppe ma in piena vista del nemico.

L’ambiente è molto vario, tra boschi incantati e piccole distese prative di pascoli, ma con la parte più ampia coperta di rocce segnate dal tempo e dalla storia, dove la natura selvaggia vorrebbe chiudere le grandi ferite inferte dall’uomo nel periodo bellico del 1915 – 1918, un insieme di grovigli e trincee che s’inerpicano su questo sacro monte.

“Di qui non si Passa” riporta una colonna metallica posta nei pressi dell’Arco Romano, vicino al cimitero di guerra della brigata Liguria. E’ qui che hanno perso la vita numerosi ventenni, molti di loro non sapevano nemmeno leggere, a casa avevano madri, padri, fratelli e sorelle, qui la loro vita si è spezzata, qui, su queste pietre, il tempo per loro si è fermato.

Il mio ricordo va a chi ha combattuto su queste rocce, su queste guglie, in sanguinose battaglie, a corpo a corpo, e in quella che è stata la guerra di mine; questo Massiccio, ad ogni passo, racconta una storia e racchiude nelle sue viscere ancora tanti segreti.

Salirci ora è facile ma comprendere tutte queste vicende non è sempre possibile, soprattutto per le generazioni a venire; in questo luogo sacro e ardito si è fatta la storia …. Semplicemente …

 

PER NON DIMENTICARE E PER FARE SAPERE

 

Voglio ricordare che per vedere ciò che è presentato in questo mio piccolo lavoro non bastano 3 giorni; il consiglio che posso dare è di passare almeno 5-6 giorni su questa montagna, solo così potrete saziare la voglia di conoscere, anche se questo vi farà ritornare ancora, per saperne di più.

 

Bortolo Sandri e Mario Menti Amici per Sempre

sandri-e-menti

Questo libro non e altro che una piccola cronistoria di come sono successi i fatti e le piccole vicissitudini di due grandi alpinista Valdagnesi , Bortolo Sandri e Mario Menti deceduti a 23 anni mentre tentavano di salire la parete dell’Eiger colti da un improvviso cambiamento di tempo , il libro e stato scritto dai nipoti dei due alpinisti amanti della montagna , ci sono anche altri libri molto più voluminosi che riguardano i nostri due alpinisti , ma qui si sono voluti esprimere in poche pagine per documentare le fasi salienti della vita dei due

Questa e la Premessa del Libro

Questo è il lavoro di due parenti, di due amanti della montagna, di due cittadini valdagnesi che hanno ritenuto doveroso ed opportuno scrivere alcune parole e riprodurre fotografie accompagnate da piccoli “documenti” che parlano di due amici, di due alpinisti, di due valdagnesi, Bortolo Sandri e Mario Menti, periti arrampicando sull’Eiger il 23 giugno del 1938, maestosa e difficilissima montagna la cui parete stavano tentando di conquistare. Moltissimi sono gli scritti a nostra disposizione, molti gli articoli e le citazioni in alcuni libri, molti i ricordi e la documentazione di nostra proprietà. Da allora nelle nostre famiglie sono stati conservati. Fin dagli anni ’70 parecchi di questi sono stati prestati a valide persone che hanno affrontato l’argomento. Potremmo citarli, ma crediamo sia opportuno spiegare che il lavoro che leggete è produzione parentale, è tributo e ricordo. Non è e non voleva, quindi, essere un lavoro da “storici” bensì il segno di una commozione costante verso i due amici alpinisti. Potevamo aumentare le pagine riproducendo molto più di quello che trovate, ma abbiamo pensato di selezionare con semplicità, regalando, oltre a cose già pubblicate, foto ed altro che non erano mai stati visti in una pubblicazione. Mariano aveva iniziato a scrivere nel ’98,Annalisa aveva già scritto un racconto in un suo lavoro pubblicato nel 2007. Insieme abbiamo operato in questi mesi per ricordarli nel 70° della loro morte.

tomba-bort-san

Fiori di Roccia

images

Un libro molto interessante per scoprire la flora delle nostre amate montagne , anche se solo fotografico e con i nomi di ogni singolo fiore , non ci sono descrizioni delle caratteristiche , le stagioni di fioritura ma le foto sono senz’altro molto belle e raggruppano buona parte dei fiori di montagna , senza dubbio uno dei migliori libri sull’argomento .

La montagna dentro

14352

 

Fare una recensione di questo libro può per l’argomento trattato essere cosa semplice , ma non lo è ed invito tutti coloro che credono sia così semplice a leggere il libro .

Io non sono un’alpinista , non mi reputo neanche un’atleta ; sono un semplice sportivo anche abbastanza mediocre , ma sono un montanaro quello si nel carattere , nel semplice fatto che sono nato in un paese ai piedi delle piccole dolomiti , ma questo libro mi ha proprio preso ,  forse perche sebbene a livelli molto amatoriali io mi sia immedesimato nel grande atleta che è Hervè Barmasse ho visto anche alcune delle sue serate , lui si che si può definire atleta , ma prima di tutto devo dire che l’aspetto umano di Hervè sia il suo più grande punto a favore , la sua ostinazione e la sua testardaggine hanno aiutato in queste sue imprese , ma non gli hanno mai fatto perdere quei valori di umiltà che solo gli uomini nati e vissuti per gran parte in montagna sanno di possedere . Credo che tante persone alpinisti e semplici amanti della montagna possano immedesimarsi in un libro così e possano condividere molte emozioni che escono da una piccola scalata di una falesia , ad un trekking di alcuni giorni anche solo nelle nostre montagne .

Io ho avuto l’onore di conoscere Hervè , in alcune serate ed posso affermare con certezza che la sua grandezza di atleta corre sempre con la sua grandissima umiltà . quell’umiltà di chi ha fatto molti sacrifici nella vita per poter diventare quello che ora è

GRAZIE HERVE’ PER IL TUO BELLISSIMO LAVORO

Voglio chiudere questa mia recensione con una sua frase che , mai mi sembra più adeguata a descrivere questo grande atleta:

“Ciò che ancora una volta mi ha insegnato la montagna è che non è importante la parete che decidiamo di scalare, la sua altezza o le sue difficoltà, ma lo spirito con cui l’affrontiamo, le emozioni e i sentimenti che ci può regalare” Hervè Barmasse

link : http://www.hervebarmasse.com/

linea continua

Itinerari sul Pasubio e nelle Valli del Leno

PAsubio Val di Leno

Ogni tanto in qualche bancarelladi libri usati , oppure  in giro a qualche festa di paese,  ci si imbatte in qualche titolo interessante come questa guida che e molto utile per conoscere le zone del Pasubio nella Vallarsa , ma sopratutto nella valle di Leno con itinerari molto belli ed interessanti . E l’ideale per chi vuole in qualche modo approfondire alcuni itinerari che vanno al di fuori della parte vicentina del Pasubio molto più  conosciuta .

Sul tetto del mondo

sul tetto del mondo

Una raccolta di poesie di Carla Cavallaro dedicate alla montagna , dedicate ad un’alpinista e poetessa , che ci ha lasciato precipitando nel vuoto dal Broad Peak

Cristina Castagna (valdagno il 23 dicembre 1977 – Broad peak, 18 luglio 2009 )

Nel 2004, arrivando sulla vetta dello Shisma Pangma , a 27 anni è la più giovane donna italiana ad aver scalato un 8000.

Nel 2008 , diventa la prima ed unica donna italiana a scalare il Makalu, la quinta montagna più alta del mondo.

Perde la vita il 18 luglio 2009. Dopo aver scalato il Broad Peak , la dodicesima montagna più alta del mondo, durante la discesa precipita in un crepaccio.

Veniva soprannominata “el grijo”, “il grillo”.

Guida a Forte Corbin

Forte corbin

 

Ci sono tanti libri che si possono leggere nell’argomento  ma questo , e molto di più . Io l’ho letto tutto di un fiato , scritto con la conoscenza di chi ha visto il recupero giorno per giorno del  forte corbin , ma con la particolarità di poter essere letto da tutti , con ragguagli storici e anedotti del periodo , e perchè no anche della compravendita del forte corbin da parte della famiglia Panozzo , che con la vendita di questo libro prosegue la opera di recupero e la manutenzione del forte , grazie a Ilaria Panozzo di aver avuto l’idea di scrivere un libro così bello , e grazie anche alla Famiglia Panozzo di proseguire in questa grandissima opera .

Per ulteriori informazioni : http://www.fortecorbin.it/

Numeri utili : 3492685543 – 368227954

E-mail : fortecorbin@tiscali.it