Questo libro e tratto dal film di Roberto Faenza e anche se nella parte iniziale riproduce parte del copione e dei testi usati nei dialoghi del film , riporta nella seconda parte la storia di Padre Pino Puglisi assassinato dalla mafia il giorno del suo compleanno da Grigolo e Spatuzza . Con l’unica colpevolezza di rendere consapevoli i propri parocchiani davanti alla mafia , che la mafia non può prendere il posto dello stato , recuperando in un quartiere periferico di palermo con una situazione complessa di degrado e ignoranza , quelli che sono i valori di uomini liberi , rompendo quel muro di omertà e ignoranza che facilita le cose alla criminalità organizzata .
« Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto »
(Papa Francesco ricorda Pino Puglisi il 26 maggio 2013)
Il 29 settembre viene nominato parroco a San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, controllato dalla criminalità organizzata attraverso i fratelli Graviano, capi-mafia legati alla famiglia del boss Leoluca Bagarella: qui inizia la lotta antimafia di padre Giuseppe Puglisi.
Egli non tenta di portare sulla giusta via coloro che sono già entrati nel vortice della mafia, ma cerca di non farvi entrare i bambini che vivono per strada e che considerano i mafiosi degli idoli, persone che si fanno rispettare. Egli infatti, attraverso attività e giochi, fa capire loro che si può ottenere rispetto dagli altri anche senza essere criminali, semplicemente per le proprie idee e i propri valori. Si rivolge spesso ai mafiosi durante le sue omelie, a volte anche sul sagrato della chiesa.
Don Puglisi tolse dalla strada ragazzi e bambini che, senza il suo aiuto, sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa, e impiegati per piccole rapine e spaccio. Il fatto che lui togliesse giovani alla mafia fu la principale causa dell’ostilità dei boss, che lo consideravano un ostacolo. Decisero così di ucciderlo, dopo una lunga serie di minacce di morte di cui don Pino non parlò mai con nessuno. Nel 1992 venne nominato direttore spirituale presso il seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 gennaio 93 inaugurò a Brancaccio il centro Padre Nostro per la promozione umana e la evangelizzazione.